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Old piano

Musica e narrativa: un connubio indissolubile antico come l’uomo

Ti sei mai chiesto perché siamo così affascinati dalle storie? E perché un film senza colonna sonora ci sembra quasi impossibile da immaginare?
Non sono solo i bambini ad essere rapiti da una bella storia, anche noi adulti non sappiamo resistere ad eroi, nemici, combattimenti, romanticismo, colpi di scena, momenti drammatici e finali strappalacrime.
Si può dire che nessuno può rimanere impassibile di fronte ad una storia ben raccontata.
Certo, a molti piacciono vicende ricche di patos, ad altri una narrativa più leggera, alcuni vanno matti per le storie d’amore, mentre altri non concepiscono come possano esistere storie senza spargimenti di sangue…
La questione è soggettiva e toccando le corde giuste è possibile rapire l’attenzione di ogni spettatore per l’intera durata del racconto.
La passione degli essere umani per le storie è antica quanto il Mondo e non ci è ancora chiaro se sia stata la causa o la conseguenza del nostro modo di interpretare l’Universo.
Una cosa è certa: ben prima dell’avvento della scrittura, i nuclei familiari amavano radunarsi intorno al focolare domestico e raccontarsi le gesta degli eroi.
Questa abitudine era così radicata che, nel tempo, iniziarono a spuntare veri e propri “professionisti” delle storie, i quali vagavano di città in città raccontando le vicende più famose e popolari.
Nell’antica Grecia nacquero così gli aedi, cantori vagabondi dalla fervida immaginazione che, sulla base di un canovaccio impostato, aggiungevano versi liberi alle formule già memorizzate.
A fianco agli aedi operavano i rapsodi, i quali non si prendevano la briga di inventare nuovi espedienti letterali, ma si limitavano a cantare composizioni della tradizione popolare.
Aedi e rapsodi si differenziavano dai semplici poeti perché nei loro canti essi raccontavano le storie e i miti degli eroi.
Proprio così, cantavano. La musica infatti era parte fondamentale della narrazione che questi viaggiatori portavano nei villaggi.
Si pensava che gli aedi fossero addirittura in grado di comunicare direttamente con la divinità e prendere ispirazione da essa proprio grazie ad una specie di tranche indotta dalla musica.
Si può dire che le prime colonne sonore siano nate proprio nell’antica Grecia, dalla lira e dai flauti degli aedi e dei rapsodi.
La musica, infatti, era funzionale al narratore per due aspetti: facilitava la memorizzazione di opere lunghissime e tramandate solo oralmente da un lato, mentre dall’altro intratteneva il pubblico, favorendo quella che successivamente in ambito teatrale fu chiamata katarsis, ovvero la “purificazione” spirituale generata dal rapimento ipnotico degli strumenti musicali e dall’immedesimazione nei personaggi, attraverso i quali le persone espiavano le loro colpe ed esorcizzavano le proprie paure.
Con l’introduzione della musica i versi iniziarono ad essere plasmati in metriche orecchiabili e formule ben canonizzate.
La memorizzazione divenne sempre più semplice, finché l’invenzione della scrittura non rivoluzionò completamente il panorama letterario greco. Si decise di mettere per iscritto tutta l’opera tramandata dai canti degli aedi: nacquero in questo modo i due poemi epici per eccellenza, l’Iliade e l’Odissea.

L’opera di Omero fu il frutto di secolari intrecci di note e parole. Intrecci che forgiarono l’immaginario collettivo occidentale per millenni, fungendo da solida base culturale per la grandezza dell’Impero Romano prima e di tutti i regni europei dal Medioevo al Novecento in seguito.

Senza i racconti e senza la musica noi oggi non saremmo chi siamo; dobbiamo a loro gran parte delle nostre idee, della nostra filosofia, dell’arte, del linguaggio e delle scienze.
Con il passare dei secoli, il legame tra musica e narrazione proseguì indissolubile: il coro nel teatro greco, i saltimbanchi e i cantimpanca delle corte medievali e rinascimentali, i pantomimi dell’età barocca, l’opera lirica, le composizioni dei cantautori in epoca contemporanea…
Oggi abbiamo perso questo senso di profonda unità tra storie e musica, ci rimangono solo le colonne sonore dei film e qualche canzone cantautorale.
Professional musicians playing a classical music concert

Il progetto N.i.N.a. Nuove Idee Nuove Armonie del Maestro Stefano Cataldi, Etnomusicologo, Pianista e Compositore di fama internazionale, si propone proprio di riscoprire questa unione in chiave moderna, divulgando attraverso il racconto le sue guide all’ascolto.

I libri, i dischi, i seminari, i viaggi culturali all’insegna della musica, fino ad arrivare ai concerti dal vivo, tutto questo caratterizza “Dalla narrazione della musica al concerto” ed è il cuore pulsante di questo nuovo progetto N.i.N.a. Ideato e realizzato per avvicinare il pubblico degli appassionati al mondo della musica,  ma anche per aiutare i giovani che si stanno avviando sulla strada del professionismo, a precedere su basi solide.

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